Fredéric Chopin – Cuore Del Pianoforte

Introduzione

In questo articolo vorrei parlarti nella maniera più pratica e sintetica possibile della figura di Fredéric Chopin, compositore che contribuì profondamente alla nascita e allo sviluppo del pianismo contemporaneo. Vorrei risparmiarti tutte quelle nozioni enciclopediche che potresti trovare ovunque, e proporti qualche considerazione originale sulla sua biografia e sul suo stile. Egli cercò di superare i limiti fino ad allora associati al pianoforte emergendo dalla corrente romantica come compositore in tal senso assolutamente rivoluzionario: mai nessuno prima di Chopin aveva prestato così tanta attenzione a questo strumento, mai nessuno ne aveva esplorato le caratteristiche e limiti con così profonda dedizione. Soltanto tra i suoi contemporanei, anche a causa di ragioni tecniche, da attribuire cioè allo sviluppo della tecnologia degli strumenti a tastiera, troviamo figure che ci suggeriscano un’attenzione altrettanto evidente. Ma Chopin non viene dal nulla: anche lui è figlio del suo tempo, nonostante la sua unicità. Infatti, come abbiamo già visto in molti articoli precedenti, nel corso del Settecento e per tutto L’Ottocento si stava preparando uno spostamento radicale dell’asse musicale dalla concezione vocale a quella strumentale. Precursori di questa transizione saranno compositori come Girolamo Frescobaldi, di cui abbiamo parlato in un articolo precedente che puoi trovare qui.


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Fredéric Chopin E Il Romanticismo

Fredéric Chopin visse in pieno Romanticismo: infatti, abbiamo già visto negli articoli precedenti che la corrente romantica mise radici nel Settecento e si sviluppò fino alla sua massima espressione soltanto nell’Ottocento. Lo abbiamo visto in un articolo precedente che puoi trovare qui. Nonostante i limiti cronologici della corrente del Romanticismo siano molto spesso delineati in maniera precisa dai manuali di Storia Della Musica, questi limiti sono in realtà piuttosto arbitrari: pensiamo per esempio a tutti i grandi compositori che hanno utilizzato stilemi settecenteschi, come l’elaborazione motivico-tematica, per scrivere una composizione romantica nel Novecento, quando il Romanticismo era già bello che finito. Oppure, facendo lo stesso parallelo al rovescio, a quei compositori del Settecento che annoveriamo oggi tra i proto-romantici: un esempio su tutti è František Xaver Dušek, poi potremmo citare Carl Philipp Emmanuel Bach.

L’Infanzia

Si sente dire molto spesso che Chopin fu per tutta la vita di salute assai cagionevole: un fatto che non si ricorda abbastanza spesso, è che egli da piccolo venisse portato dai suoi genitori in campagna per ristabilirsi. Questo dettaglio ci dice qualcosa di fondamentale sulle prime fonti d’ispirazione musicale del compositore polacco: in campagna, Chopin aveva modo di entrare in contatto con l’eredità popolare della sua Polonia, ascoltando i canti contadini e assorbendone le sonorità in gran parte legate all’utilizzo del dialetto. Naturalmente non avrebbe potuto assorbire gli esiti di un eredità simile se non avesse avuto una rigorosa formazione musicale, molto aperta anche se avvenuta inizialmente tra le mura domestiche. Le sue prime insegnanti furono sua madre e sua sorella, ma ben presto esse riconobbero, come era capitato a uno dei primi Maestri di Paganini, di non avere più niente da insegnargli: a quel punto, Chopin fu mandato prestissimo a imparare da un Maestro.

L’Adolescenza

Le sue prime composizioni arrivarono in precocissima età, a sette anni diede il suo primo concerto pubblico e compose la sua prima polacca. Terminò la sua formazione musicale a circa ventinove anni, e subito dopo, a circa trent’anni, si spostò a Vienna: qui apprese che la Polonia si era opposta all’occupazione dei russi. La notizia lo sconvolse: immediatamente dopo, forse anche a causa dei nuovi pregiudizi dei viennesi nei confronti dei polacchi, abbiamo notizia del suo trasferimento a Parigi. Questa città richiese a Chopin una grande capacità di adattamento, in quanto vi si conduceva una vita profondamente diversa da quello a cui era stato abituato fino ad allora. In particolare, i borghesi e gli aristocratici parigini amavano la vita mondana, che consisteva nel riunirsi nei salotti dei palazzi più in voga. Egli comunque riuscì a cavarsela, specialmente grazie alle lezioni private che impartiva a giovani d’alta estrazione economica.


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La Maturità

Gli ultimi anni della vita del compositore polacco furono molto difficili: egli era gravemente malato, e venne assistito per qualche tempo da alcune sue allieve predilette che lo convinsero a trasferirsi in Inghilterra. Il clima inglese non fece bene alla sua malattia: tornato a Parigi, morì a soli trentanove anni. Ormai al termine dei suoi giorni, nel timore di poter essere sotterrato ancora in vita, Chopin scrisse quanto segue:

Quando questa terra mi soffocherà, vi scongiuro di far aprire il mio corpo perché non sia sotterrato vivo.

Fredéric Chopin

Per questo motivo, il cuore del compositore polacco è oggi cimelio conservato in un’urna della chiesa di Santa Croce a Varsavia.


Lo Stile

Come probabilmente avrai già sentito in numerose altre fonti, lo stile musicale di Chopin era caratterizzato da una eleganza unica nell’uso dei cromatismi e da soluzioni armoniche tratteggiate su una struggente cantabilità, da una linea melodica concepita spesso su temi operistici dall’intenso lirismo o appartenenti alla tradizione popolare. Vediamo di seguito alcuni esempi, tra i più noti, di stilemi compositivi impiegati dal compositore polacco.


La Polacca

La Polacca è popolarmente considerata, a torto, un’esclusiva di Chopin. In realtà questo stile è da ricondurre alla omonima danza, nota fin dal sedicesimo secolo e che, come la maggior parte delle danze tramandate fino al Settecento, stava iniziando a trasformarsi in un pezzo strumentale. Le Polacche di Chopin fanno un ulteriore passo avanti e assurgono a strumento che esprime l’andamento eroico e militare tipico della cultura musicale polacca. Chopin guardava alla sua eredità culturale con occhi nostalgici, essendo la Polonia ormai stata occupata dai nemici russi proprio nel periodo delle composizioni più rilevanti scritte in questo stile: pensiamo per esempio alla Polacca in mi bemolle minore opus 26 numero 2 composta nel 1835 o alla Grande Polacca Brillante opus 22 composta nel 1830 attraverso gli occhi disillusi di chi vede la sua terra caduta nella rete degli invasori. Di seguito puoi trovare l’ascolto di una delle più famose scritte dal compositore; l’ascolto è seguito da un link dove ordinare la partitura integrale delle polacche scritte da Chopin, nell’edizione che ti suggerisco (a mio parere, la migliore): se lo farai dal banner in basso, una piccola percentuale del tuo acquisto andrà a sostegno di questo blog.




La Mazurka

Delle mazurke abbiamo parlato in un apposito articolo che puoi trovare qui, pertanto non ci dilungheremo anche nel presente su questo stilema compositivo: ti basterà sapere che quello della mazurka è probabilmente lo stile in cui Chopin ha riversato maggiormente le eredità popolari raccolte nelle campagne polacche.



Il Notturno

Parentesi a parte meritano Notturni, ispirati a John Field che era (ed è tutt’ora) considerato l’inventore di questo stile. Chopin scrive che il primo notturno di Field è il padre di tutti i notturni, compresi i suoi. Questa forma compositiva era originariamente una composizione nella quale si muoveva, con fare lirico e una pronunciata contabilità, una melodia costellata da fioriture. Solitamente questa melodia era accompagnata, in basso o in alto, da un’armonizzazione. Dato che in questo blog ci occupiamo anche di Analisi Musicale, e quindi necessariamente di composizione, non sarà superfluo indicare che per comporre un notturno è sufficiente inventare un tema di quattro battute e ripeterlo lungo la composizione attribuendogli sempre nuove ornamentazioni. questa ripetizione deve muoversi nel seguente schema:


A1
B
A2
B
A3
Coda

Naturalmente questo procedimento compositivo è più facile da analizzare a grandi linee che da comporre nel dettaglio: esso veniva quasi sempre arricchito da una molteplicità di procedimenti assai più complessi di quelli descritti, le ripetizioni del tema a esempio sono sempre costellate da complesse transizioni che si frapponevano tra una ripetizione e l’altra come modulazioni di breve durata. Nello stilema del Notturno, più che in altri, si denota l’influenza del canto italiano in Chopin: egli amava molto questo modo di fare musica, tanto che consigliò per lungo tempo ai propri allievi di imitare, al pianoforte, il canto del soprano Giuditta Pasta. Di seguito puoi trovare un ascolto tratto da YouTube, seguito da un link dove ordinare la partitura integrale dei notturni scritti da Chopin, nell’edizione che ti suggerisco (a mio parere, la migliore): se lo farai dal banner in basso, una piccola percentuale del tuo acquisto andrà a sostegno di questo blog.




Conclusioni

Per questo articolo su Fredéric Chopin è tutto, non dimenticare d’iscriverti al nostro form mail per non perdere le novità su questo autore: avremo sicuramente modo di esplorare nel dettaglio le sue partiture nella sezione riservata all’Analisi Musicale. Noi ci vediamo nell’articolo di domani!


Matteo Malafronte