Sapevi Che Federico II Di Prussia Fu Anche Musicista?

Introduzione

In questo articolo vorrei parlarti nella maniera più pratica e sintetica possibile del Federico II musicista, lato della sua poliedrica personalità che non tutti conoscono. Cercherò di mostrarti in modo ampio il contesto della Storia della Musica in cui il grande Re di Prussia è vissuto, evitandoti tutte quelle considerazioni sulla sua biografia che potresti trovare ovunque online.

johann kupezky ritratto del musicista di corte josef lemberger 1710 matteo malafronte mdlp federico ii di prussia pianoforte bach carl philipp stile galante
Re Federico II Di Prussia

Il Contesto Storico

Il padre di Federico II non aveva grande considerazione della Musica, pare che non la amasse affatto. Nonostante questo suo figlio Federico (1712-1786) mostrò spiccate doti musicali sin dalla prima infanzia. Per i regnanti era prevista una rigida educazione, che comprendeva anche l’avviamento all’arte musicale: per questo Federico nel 1728 divenne allievo di uno dei più grandi flautisti del Settecento, Johann Joachim Quantz. Gradualmente, con l’avanzare della formazione musicale, Federico II costituì una vera e propria Cappella Musicale privata che sarà trasformata, nel 1736, in cappella regia; di lì a pochi anni, vi prese servizio come cembalista e accompagnatore del re nientemeno che Carl Philipp Emanuel Bach, figlio di Johann Sebastian Bach. Il flauto, infatti, richiedeva notoriamente un accompagnatore; e tuttavia Federico II non fu soltanto flautista, ma anche abile compositore: tra le sue opere troviamo sonate per flauto e cembalo, concerti per flauto, sinfoni e e arie. Molte di queste composizioni sono state scritte insieme al Maestro Quantz, che nel frattempo aveva preso servizio insieme a Bach figlio.

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Johann Joachim Quantz

La Musica Ai Tempi Di Federico II Di Prussia

Nella seconda metà del Settecento inizia a tramontare l’idea che la Ragione possa porsi come metodo fondamentale dell’indagine della conoscenza e si fanno strada le prime premesse romantiche sulla valorizzazione del sentimento. Con il filosofo Shaftesbury inizia la valorizzazione delle rappresentazioni interiori. Nel 1737 abbiamo notizia di una critica del teorico Scheibe, di cui abbiamo già avuto modo di parlare in un articolo che trovi qui, in cui Bach veniva accusato di troppa polifonia e di una scrittura in cui la linea melodica ne usciva turbata a causa del prevalere dell’aspetto contrappuntistico. All’intreccio razionale del contrappunto Scheibe preferiva lo stile musicale più emotivo praticato nella Germania del tempo: lo Stile Galante.

Lo Stile Galante

Il musicista Johann Mattheson fu tra i primi compositori a introdurre, nel 1713, il termine galante. Secondo questo critico tedesco, ogni strumento dell’orchestra aveva un suo peculiare connotato emotivo. La portata delle sue considerazioni fu rivoluzionaria: in un frammento dell’opera L’Orchestra Di Nuova Istituzione egli ci spiega che oltre alla Melodia e all’Armonia si deve introdurre un terzo termine per definire la musica che inizia ad essere scritta nel Settecento, ovvero la Galanteria, che parafrasando viene definita da Mattheson così:

Nel caso che il lettore non fosse abbastanza galante per comprendere cosa significhi in musica galanteria non sarebbe improprio il paragone con un vestito nel quale il panno potrebbe rappresentare la tanto necessaria armonia, il modello la melodia conveniente a questa armonia e in certo qual modo il ricamo ad ago sarebbe la galanteria.

– Johann Mattheson
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Johann Mattheson

Questa prima definizione, a dir la verità piuttosto vaga, andrà decisamente ampliandosi. Per esempio, Quantz nel suo trattato intitolato Trattato Sul Flauto Traverso dirà che l’unico scopo della nuova Musica è quello di commuovere e procurare piacere. Quest’ultimo trattato sarà di fondamentale importanza per i musicisti dei secoli successivi, compresi i contemporanei, perché mostra in sintesi le arti del trillo, dell’abbellimento in generale, dando spiegazioni esaustive da un punto di vista esecutivo.

Carl Philipp Emanuel Bach

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Carl Philipp Emanuel Bach

La Musica definita galante era generalmente una musica meno esclusiva, rivolta sia ai grandi professionisti di corte, ma anche all’amatore che voleva suonare in casa propria, in famiglia, durante una riunione tra amici, una cena etc. Era Musica destinata a essere coltivata anche come interesse domestico: di questo abbiamo testimonianza anche nei titoli di alcune opere, come le raccolte di sonate che Carl Philipp Emanuel Bach (1714-1788) sottotitolò per conoscitori e dilettanti. Lo Stile Galante prende con quest’ultimo autore una piega a dir poco originale. Egli scrisse musica impiegando ampiamente i cromatismi, utilizzando formule di scrittura che a posteriori potremmo definire già operistiche. Nella sua Musica scompaiono completamente quelli che di Bach padre erano considerati limiti polifonici, per lasciare spazio a un distinto intimismo emotivo, più in linea a dire il vero con il gusto dello Stile Galante. Questo portò a Bach figlio un successo clamoroso, che superò di gran lunga quello del padre, almeno fino al 1830, anno successivo all’esecuzione di Felix Mendelssohn della Passione Secondo Matteo, primo mattoncino per la costruzione di quell’edificio che sarà il mito bachiano dall’Ottocento ai nostri giorni. Naturalmente lo strumento favorito da Bach figlio sarà la tastiera, in cui potrà sperimentare le soluzioni d’accompagnamento più audaci, che avvicineranno il compositore al gusto preromantico. Tra lo Stile Galante e il Romanticismo, infatti, c’è un periodo essenziale della storia della Musica, quello Classico, da cui il genere della Musica Classica prende nome. Anche se la Musica Classica comunemente intesa comprende un periodo che va dall’Anno Mille al Novecento, il Periodo Classico è rappresentato essenzialmente dalla Prima Scuola Di Vienna, ovverosia da Mozart, Haydn e Beethoven. Quest’ultimo considerò con così tanta stima il trattato di Bach figlio da consigliarne la lettura ai propri allievi. Di seguito potrai acquistare la partitura cartacea delle Sonate di Carl Philipp Emanuel Bach: se lo farai tramite il banner in basso, una piccola percentuale andrà a sostegno di questo blog.



Conclusioni

Per questo articolo sulla figura di Re Federico II di Prussia è tutto. Abbiamo avuto modo di spaziare nel contesto storico e di fare preziose considerazioni sullo Stile Galante, ma se vuoi approfondire ulteriormente gli argomenti che gravitano attorno a questo tema non dimenticare d’iscriverti al blog tramite il form e-mail. In questo modo riceverai una notifica alla pubblicazione di ogni nuovo articolo: noi ci vediamo in quello di domani!

Matteo Malafronte