Franz Joseph Haydn: Il Maestro Di Beethoven

Introduzione

In questo articolo vorrei parlarti nel modo più pratico e sintetico possibile della figura di Franz Joseph Haydn, Maestro di Ludwig Van Beethoven, che con lui e Mozart compone la cosiddetta Scuola Di Vienna. Quando parliamo di questa scuola, ci riferiamo non a un edificio fisico o a un luogo in cui i tre tenevano lezione, ma al contrario della loro intera opera che viene classificata talvolta anche sotto al nome di Classicismo Viennese annoverando in esso, in rari casi, anche la figura di Franz Schubert. Quando parliamo di Musica Classica, popolarmente ci si riferisce al periodo in cui sono vissuti questi quattro compositori, nonostante i manuali di Storia Della Musica indichino con la locuzione Musica Classica un segmento di tempo molto più ampio, che va dall’anno Mille al Novecento. Questo ti fa capire l’importanza rivestita da Joseph Haydn nella cultura musicale dell’Occidente.


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Franz Joseph Haydn, Thomas Hardy (1792).

Stile O Epoca?

Sebbene popolarmente ci si riferisca a un periodo di tempo ben preciso, dobbiamo notare sin da subito che alcuni contemporanei dei tre progenitori della Scuola Di Vienna erano molto lontani dal loro stile. Pensiamo per esempio a Gluck, che visse all’incirca nello stesso periodo. Altro esempio eclatante è Gioachino Rossini. Con Stile Viennese o Classicismo Viennese ci riferiremo pertanto più a uno stile che a un’epoca, che ha continuato, con ritmi diversi, a essere impiegato per molto più tempo e con esiti ben differenti rispetto a quelli del periodo di nascita e morte dei tre compositori che ne costituiscono la Scuola.

Franz Joseph Haydn E Il Suo Tempo

La vita di Haydn (1732-1809) fu piuttosto lunga, sicuramente più della media delle persone che sono vissute nella sua epoca: nacque che J. S. Bach era suo contemporaneo, e morì che Beethoven aveva già composto la Quinta Sinfonia. In questo grande lasso di tempo, la Storia Della Musica colloca profondi cambiamenti in ambito musicale. Abbiamo già parlato del passaggio da una rappresentazione privata a una pubblica dell’opera in musica, con il concepimento dei nuovi teatri appositamente adibiti ricevere il pubblico pagante nell’articolo su Farinelli, dell’invenzione del Melodramma, delle novità tonali introdotte dalla scrittura di J. S. Bach, dal profondo rinnovamento introdotto nei teatri da Gluck, e potremmo andare avanti per molto altro tempo a elencare. Con Haydn le novità vengono sintetizzate, in particolare emergono stili che saranno fondamentali per l’intera produzione Occidentale successiva: la Sinfonia e il Quartetto.

Haydn Inventa Nuovi Stili?

Il fatto che il capostipite della Scuola Di Vienna abbia tramandato una codifica assolutamente originale degli stili di cui abbiamo parlato, non deve farci pensare che ne sia stato l’inventore. Lo stile della Sinfonia esisteva già da molto tempo, ma è con Haydn che la tradizione barocca riceve nuovo impulso: a esempio, egli scrisse circa 108 sinfonie in un arco di tempo che va dal 1759 al 1795; se nelle prime è presente la traccia del sinfonismo barocco, nelle ultime l’influenza del nuovo concerto grosso (di cui abbiamo parlato in un articolo che trovi qui) non può sfuggirci. Oltre a rinnovare gli stili, Haydn rinnovò anche il modo attraverso il quale si concepiva la musica: un esempio su tutti è che l’abitudine, sino a quel periodo, era stata quella di non provare i brani che venivano messi in programma per un’esecuzione. Dalle lettere di Haydn al contrario sappiamo che egli chiedesse al Kapellmeister di provare le proprie sinfonie almeno una volta prima dell’esecuzione. Stava nascendo, insomma, la moderna concezione esecutiva: oggi nessuno potrebbe pensare di tenere un concerto gettandosi sul palco senza provare neppure una volta, eppure ai tempi di Haydn, come abbiamo già visto in un articolo che trovi qui, questa era l’abitudine.

Le Sinfonie

Molte delle sue Sinfonie recheranno un titolo spurio, del tutto fantasioso, attribuito loro dall’editore: pensiamo per esempio alla sinfonia dell’orologio, a quella del fuoco o a quella della gallina. Viene difficile pensare che Haydn possa aver basato i pensieri compositivi rivolti alla propria opera su soggetti tanto semplici. In realtà questa tradizione del nominare una composizione in modo da suggerire una sorta di volgare guida all’ascolto non è nuova e continuerà anche con la figura di Beethoven, a cui un critico tedesco appioppò il nome di Chiaro Di Luna per una composizione che non c’entrava assolutamente niente con l’argomento e che sappiamo dalle lettere di Beethoven e dalle sue vicende biografiche di quel periodo che non sia stata concepita, con molta probabilità, pensando alla luna. Le Sinfonie più note di Haydn sono quelle della maturità, che vengono così divise:

Sinfonie ParigineDalla n. 82 alla n. 87
Sinfonie InglesiDalla n. 93 alla n. 104

Di seguito ti lascio l’ascolto degli integrali di queste due catalogazioni: qui sotto troverai anche un mio consiglio, il libro di Giovanni Bietti sulle Sinfonie di Haydn. Se lo ordinerai dal banner in basso, una piccola percentuale del tuo acquisto andrà a sostegno di questo blog:




I Quartetti

Il Quartetto era già ai tempi di Haydn una delle forme da camera più impiegate. Haydn ne scrisse circa 83, e coi 6 Quartetti Op. 20 assistiamo a una vera e propria rivoluzione di un genere tanto in voga, poiché l’autore si emancipò definitivamente dai modelli del Divertimento che prima di Haydn erano stati impiegati per il Quartetto. Nei Quartetti Op. 33 il tradizionale Minuetto viene sostituito da uno Scherzo. Tutte queste trasformazioni e novità contribuirono alla definizione di un genere che con Haydn assume la sua forma definitiva che conosciamo oggi.

Conclusioni

Per questo articolo su Franz Joseph Haydn è tutto, avremo occasione di analizzare in dettaglio le sue partiture nella categoria dedicata alla Analisi Musicale. Non dimenticare pertanto di seguirci tramite l’iscrizione al form mail per ricevere una notifica a ogni nuova pubblicazione: noi ci vediamo nell’articolo di domani!

Matteo Malafronte