La Ballata Medievale – Struttura Ed Esempi

Introduzione

In questo articolo parleremo nel modo più pratico e sintetico possibile della forma musicale e poetica della Ballata. Inizieremo col descriverne la struttura compositiva e metrica, per poi proseguire con alcuni esempi pratici tratti dalla letteratura che va dal Medioevo al Romanticismo.

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Esempi di danza medievale in Ambrogio Lorenzetti (Effetti del Buon Governo in città, 1337-1340).

Struttura Compositiva E Metrica

Dal punto di vista poetico, la ballata trecentesca ha una caratteristica che la rende facilmente riconoscibile: una ripetizione, chiamata ripresa, di uno o più versi alla fine di ogni strofa. Nello schema italiano, si articola in due parti: una prima, chiamata mutazione, e una seconda, chiamata volta, che si lega alla mutazione con la sua prima rima e alla ripresa con la sua ultima rima. Lo schema è il seguente:

A B B A (ripresa)
C D C D (mutazione)
D E E A (volta)
A B B A (ripresa)
[…]

Su tale forma poetica è modellata un’omonima struttura musicale. Francesco Landini è tra gli esempi più illustri di compositori che hanno impiegato la forma della ballata: in Musica, essa si presenta come forma polifonica a due o tre voci strutturata su due temi legati alla struttura poetica. Esistono ballate che utilizzano le tipologie di verso più disparate, ma la maggior parte di quelle scritte nel Trecento utilizzano versi soltanto endecasillabi o misti a settenari. Un esempio di ballata che non usa queste due tipologie di verso si trova in Lorenzo De’ Medici: è la celeberrima Trionfo di Bacco e Arianna, i cui primi versi recitano quanto segue.

Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

Come suggerisce il nome di questa forma poetica, i versi presentano uno stretto legame con la pratica della danza. Talvolta sono concepiti interamente per quest’ultima. Dal punto di vista poetico, il testo si articola quasi sempre in due mutazioni e una volta. La volta è il collante della ripresa, poiché presenta una relazione rimica. Prendiamo a esempio il caso della ballata Questa fanciull’, Amor: i versi “Questa fanciull’, Amor, fàllami pia, / Che m’ha ferito l’cor ne la tuo via” hanno rima baciata non solo tra di loro, ma anche con la volta nel verso precedente. In altre parole, lo schema delle rime ci permette di riconoscere le mutazioni e le volte.

Questa fanciull', Amor, fàllami pia,
Che m'ha ferito 'l cor ne la tuo via.

Tu m'a', fanciulla, sì d'amor percosso,
Che solo in te pensando trovo posa.
El cor di me da me tu a' rimosso
Cogl'occhi belli et la faccia gioiosa.
Però al servo tuo, de'!, sie piatosa:
Mercè ti chero alla gran pena mia.

Questa fanciull',Amor, fàllami pia,
Che m'ha ferito 'l cor ne la tuo via.

[...]

Dal punto di vista musicale, come abbiamo anticipato, esistono due temi musicali: questi si assegnano rispettivamente alla mutazione poetica e a volta-ripresa. Questo processo è esemplificato di seguito tratto dalla ballata di Francesco Landini Questa fanciull’ amor.

Ballata VS Lied

Ciò che noi troviamo nella versione musicale liederistica non ha un legame preciso con la forma poetica. Nella ballata abbiamo, come nel madrigale trecentesco, un legame diretto tra la struttura poetica e la struttura musicale, mentre il Lied è generalmente sì una forma strofica, ma questa forma non è legata a un tipo particolare di verso o alla necessità della ripresa. Alcune ballate romantiche non hanno la ripresa: un esempio celebre è la Erlkönig di Goethe, che è stata mirabilmente messa in musica da Schubert. Lo si può facilmente dedurre dal testo di seguito, anche senza conoscere il tedesco.

Wer reitet so spät durch Nacht und Wind?
Es ist der Vater mit seinem Kind
Er hat den Knaben wohl in dem Arm
Er fasst ihn sicher, er hält ihn warm

Mein Sohn, was birgst du so bang dein Gesicht?
Siehst, Vater, du den Erlkönig nicht?
Den Erlenkönig mit Kron' und Schweif?
Mein Sohn, es ist ein Nebelstreif

Du liebes Kind, komm geh mit mir
Gar schöne Spiele spiel ich mit dir
Manch bunte Blumen sind an dem Strand
Meine Mutter hat manch gülden Gewand

Mein Vater, mein Vater und hörest du nicht
Was Erlenkönig mir leise verspricht?
Sei ruhig, bleibe ruhig, mein Kind
In dürren Blättern säuselt der Wind

Willst feiner Knabe, du mit mir gehn?
Meine Töchter sollen dich warten schön
Meine Töchter führen den nächtlichen Reim
Und wiegen und tanzen und singen dich ein
Und wiegen und tanzen und singen dich ein

Mein Vater, mein Vater, und siehst du nicht dort
Erlkönigs Töchter am düsteren Ort?
Mein Sohn, mein Sohn, ich seh es genau
Es scheinen die alten Weiden so grau

Ich liebe dich, mich reizt deine schöne Gestalt
Und bist du nicht willig, so brauch ich Gewalt
Mein Vater, mein Vater, jetzt fasst er mich an
Erlkönig hat mir ein Leid getan

Dem Vater grauset's, er reitet geschwind
Er hält in den Armen das ächzende Kind
Erreicht den Hof mit Müh' und Not
In seinen Armen das Kind war tot

La Ballata: Una Breve Forma Epica

Caratteristica comune delle ballate è quella di raccontare un accadimento leggendario: non un documento storico o una cronaca, bensì un accadimento lontano, appartenente a un luogo che non è definito in un tempo che non viene esplicitato; la ballata mantiene dall’inizio alla fine una caratteristica vaghezza spazio-temporale. Non solo: essa racconta sempre dei fatti emotivamente intensi in cui intervengono dei personaggi. Per tutte queste caratteristiche, potremmo descriverla come breve forma epica: una poesia nella quale si racconta una storia ricca di personaggi che si esprimono, tra le altre cose, anche in prima persona. La cavalcata nella notte di un padre con un figlio in braccio, descritta dalla ballata Erlkönig più sopra, non ha una precisa collocazione spazio-temporale diversa da quella della fantasia: non sappiamo dove i due siano destinati, perché la vicenda si stia realizzando, ma abbiamo questa meravigliosa descrizione di un dialogo metaforico tra i personaggi. Questa è la caratteristica di quella ballata, in un’epoca come l’Ottocento, secolo nel quale si scopre il valore della tradizione popolare, in cui si cerca e si ritrovano le radici culturali delle varie culture e delle varie lingue, in cui si cerca di mettere momentaneamente da parte il mondo Classico, il mito della cultura classica che fino a quel momento aveva dominato la cultura europea, per riscoprire la cultura del popolo e le radici genuine delle varie lingue. Il filosofo e poeta Johann Gottfried Herder si è occupato di mettere insieme in una grande antologia gran parte della produzione popolare. Altro esempio di ballata nella letteratura poetica si trova nella Myricae di pascoli. La poesia in un verso Il Tuono ha la struttura di una ballata. Eccola di seguito:

E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimaneggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto di una culla.

Figure Fonetico-Metriche

Nella poesia classica era uso attuare alcune modifiche a fini metrico-prosodici. Queste modifiche sono un’eredità che la ballata medievale ha subito raccolto, tant’è che le troviamo presenti in quasi tutti i componimenti di questo tipo. Il motivo è che come forma esplicitamente ispirata alla musica e alla danza, la ballata necessita più di altre di un particolare rigore metrico-fonetico. Ecco riassunti in maniera sommaria i principali procedimenti per ottenerlo:

Aferesi‘l chiaro – verno – sì belloLa sua funzione è quella di accorciare il verso
Protesiistesso – isbaglioLa sua funzione è quella di allungare il verso
Apocopecor – polveAccorcia il verso ma a partire dalla fine dello stesso.
Paragogebeltade – amistadeParticella proclitica che allunga la parola e quindi il verso.
Sincopespirto – mertoOmissione di una lettera per accorciare la parola e quindi il verso.
EpentesisimilementeAggiunta di una lettera per allungare il verso.

Oltre a questi procedimenti, che come abbiamo visto riguardano spesso le singole parole, esistono delle vere e proprie fusioni e divisioni metriche. Vediamo i principali esempi del primo caso:

SinalefesiamoandatiFusione sillabica tra due parole: la prima termina per vocale, la seconda inizia per quest’ultima.
Sineresimi-o diventa mio, i-o diventa ioSi tratta della fusione si più sillabe all’interno di una parola, che in questo modo si leggeranno come una sola.

Nel caso delle divisioni metriche, il procedimento porta all’esito contrario. Le due più diffuse sono le seguenti:

Dialefe/Procedimento opposto alla Sinalefe (vedi sopra).
DieresinunzïareSeparazione di due vocali che formerebbero dittongo all’interno di una parola.

Conclusioni

Per questo articolo sulla forma della ballata è tutto, avremo modo di approfondire i testi e i brani citati nella loro apposita categoria. Non dimenticare d’iscriverti al form mail per ricevere le notifiche sulle nuove pubblicazioni, in modo da non perderti il prossimo approfondimento sull’argomento. Noi ci vediamo nell’articolo di domani!

Matteo Malafronte