Come Leggere Uno Spartito Velocemente

Introduzione

In questo articolo su come leggere uno spartito velocemente scopriremo che la comprensione del linguaggio musicale spesso non è immediata come quella delle parole. Infatti, se volessimo misurare la velocità a cui un pianista legge uno spartito dovremmo prima sapere quanto è rapido a comprenderlo. Da piccoli ci hanno insegnato a leggere e scrivere le lettere, poi a combinarle tra loro in sillabe, poi a costruire parole, frasi… Immaginiamo per un momento, tornando indietro con la memoria, quanto tempo abbiamo speso tra i banchi di scuola: ore e ore al giorno, solo per imparare a scrivere semplici frasi.

L’arte di combinare le lettere, le sillabe, le parole, in significati ci ha richiesto molto tempo, e se adesso siamo qui a leggere come dei fulmini centinaia e centinaia di caratteri in una manciata di secondi è perché siamo diventati maestri nel comprenderli. Leggere uno spartito velocemente è la stessa cosa, poiché non basta ripetere meccanicamente centinaia di volte o conoscere a menadito tutti gli elementi della teoria musicale: se si vuole davvero rispondere alla domanda “Come leggere uno spartito velocemente?” bisogna arrivare a comprendere il ruolo di quegli elementi all’interno del contesto in cui sono inseriti. Questo non vuol dire che dobbiamo sederci comodamente e non praticare nulla di quello che leggiamo in questo articolo: al contrario, dobbiamo dare i giusti spazi a metodo e applicazione. Prendiamo per esempio la ripetizione: qualsiasi musicista si è trovato nella condizione di dover, prima o poi, ripetere un passaggio per leggerlo meglio, suonarlo meglio, capirlo meglio. Ora, immaginiamo di ripetere per cento volte qualcosa di sbagliato in partenza! Otterremmo più danni che benefici. Perciò il tempo dedicato non conta se non c’è metodo. Viceversa: immaginiamo di passare ore e ore a leggere questo articolo senza applicare nulla di quello che vi è scritto! Anche in questo caso, otterremmo più danni che benefici per la nostra capacità di leggere uno spartito.

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Metodo e Applicazione

Bilanciare tra metodo e applicazione non è affatto semplice: dato che sono necessari entrambi ma non si possono coltivare contemporaneamente, è necessario stabilire delle priorità per capire quando coltivare l’uno o l’altro. Oltre a saper comprendere uno spartito, bisogna anche saperne scontornare gli elementi ed essere capaci durante la lettura di lasciarvi sopra fermo l’occhio il minor tempo possibile. Ma questo aspetto non è determinante perché leggere uno spartito velocemente significa strutturare sempre prima una precisa consapevolezza nel cervello.

Immaginiamo per un momento di dover scontornare velocemente qualcosa di cui non conosciamo minimamente la forma! Purtroppo quando s’insegna a leggere uno spartito succede ancora così: a volte nelle accademie s’insegna che “è fondamentale abituare l’occhio a guardare sempre più avanti rispetto a ciò che si sta leggendo”; o ancora che “l’occhio leggendo non deve mai fissarsi o tornare indietro”… Non bisogna fraintendere questi insegnamenti: è pur sempre il cervello a governare l’occhio, e se a quello viene chiesto di fermarsi o di tornare indietro non è abituandolo meccanicamente a guardare solo “avanti” che si acquisisce confidenza con la lettura, specie perché agli inizi “avanti” per un neofita può significare semplicemente un po’ più a destra, a capo, nella pagina accanto… Questioni troppo generiche se lasciate a sé stesse: presentate così, invece di permetterti di leggere uno spartito velocemente, abituano solo il tuo corpo ad anteporsi alla mente.

La Scala Fondamentale

Il semplice fatto di star leggendo queste righe ci dà la garanzia di poter praticare ad altissimi livelli i nomi delle note. Questi, infatti, non sono altro che parole. Niente suoni e niente ritmi, soltanto parole. L’insieme dei sette nomi delle note costituisce la Scala Fondamentale, che dobbiamo immaginare proprio com’è raffigurata qui sotto: in modo circolare. 

scala fondamentale come leggere uno spartito velocemente

L’Eredità Popolare

Nella cultura popolare le note sono simboleggiate soprattutto da suoni o da particolari segni grafici e solo raramente da nomi: eppure anche questi ultimi giocano un ruolo importante durante la lettura. Per questo motivo per rispondere alla domanda “Come leggere uno spartito velocemente?” dobbiamo iniziare a discernere le componenti della Musica dai loro simboli più popolari, che molto spesso sono delle semplificazioni.

Per farlo, cominciamo a capire quali sono gli elementi che compongono le note. Alcuni tra questi saranno i pilastri della nostra capacità di lettura, ma non sapremo quali finché non li avremo padroneggiati tutti. Per qualcuno, infatti, è sufficiente avere confidenza con i suoni per leggere uno spartito; per qualcun altro c’è bisogno soprattutto dei nomi e così via. Iniziamo la nostra ricerca per leggere uno spartito velocemente dalla Scala Fondamentale: essa, come possiamo vedere dal grafico in alto, non ha di per sé un punto di partenza o una direzione; per il momento siamo noi a decidere il punto o i punti da cui iniziamo e finiamo di leggerla. Questa caratteristica la rende molto diversa dalla semplice sequenza di nomi che conosciamo sin da piccoli, do-re-mi-fa-sol-la-si. Infatti questa filastrocca, che molti conoscono anche senza avere la minima idea di come leggere uno spartito, ha un preciso punto di partenza e un preciso punto di arrivo.

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Ma c’è un solo caso in cui leggiamo la Scala Fondamentale come do-re-mi-fa-sol-la-si, cioè quando partiamo dal do e leggiamo in senso orario fino al si. Pensiamo un momento a quanto questo renda diversa la Scala Fondamentale dal semplice elenco che ci hanno insegnato sin da bambini, e da quante altre possibilità di pronuncia dei nomi delle note possiamo aver trascurato.

Esercizio 1

Guardando il grafico, pronuncia lentamente per tre volte ciascun nome della Scala Fondamentale facendolo ogni volta seguire da quello che si trova alla sua destra. Per esempio, partendo dal do dovrai dire: dò-re-dò-re-dò-re; partendo dal mi dovrai dire: mì-fa-mì-fa-mì-fa. Quando saprai dire a memoria cosa c’è alla destra di ogni nome, inizia a compiere velocemente interi giri della Scala Fondamentale come negli esempi di seguito:

dò-re-rè-mi-mì-fa-fà-sol-sòl-la-là-si-sì-do,
rè-mi-mì-fa-fà-sol-sòl-la-là-si-sì-do-dò-re

D’ora in avanti, anche se non sarà sempre indicato, non praticare mai un esercizio senza aver prima concluso con quello che lo precede: prosegui solo quando riesci ad acquisire confidenza sia a bassa che ad alta velocità. Per esempio, per avanzare oltre questo primo esercizio dovresti essere in grado di pronunciare senza intoppi e a memoria ogni raggruppamento: prima entro due secondi, poi entro mezzo secondo di orologio. Più avanti scopriremo che la Scala Fondamentale è soltanto il primo dei vari componenti di cui le note sono costituite: soltanto dopo aver imparato a riconoscerli tutti inizieremo a connetterli tra loro. Una nota non è altro che una complessa connessione di elementi, per questo motivo nella maggior parte dei casi è controproducente cercare di imparare a leggere uno spartito tentando direttamente di suonarlo.

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Molti bambini che iniziano a studiare il pianoforte lo abbandonano avanzando con l’età: in alcuni casi, il motivo è che le difficoltà di lettura sono state ingigantite dalla tanta, troppa spontaneità con la quale sono stati abituati ad approcciare lo strumento. Questo vale anche per noi che non abbiamo iniziato da bambini: desideriamo ardentemente imparare a leggere uno spartito, ma siamo spesso introdotti a quest’arte da qualcuno che non sa fare altro che metterci direttamente davanti a quattro note come se si trattasse soltanto di un banale esercizio di ripetizione. Ma pensiamoci bene: anche se le note sono soltanto quattro, esse sono composte almeno da nomi e suoni. Con una semplice moltiplicazione, ci troviamo ora davanti a otto elementi differenti!

Ed è bene anticipare che il numero aumenterebbe vorticosamente se sapessimo conteggiare tutti quei componenti della lettura che non siamo ancora stati addestrati a riconoscere. Per capire quanto ciò sia controproducente, immaginiamo per un momento un grande calciatore, un attaccante dal controllo di palla leggendario, con potenza fisica e velocità nella corsa impareggiabili, capace di dribblare gli avversari nei modi più geniali: si tratta certamente di un fenomeno, diremmo… Ma non faremmo lo stesso se scoprissimo che questo calciatore non sa dove sia la porta. Con questa ultima precisazione, se prima nella nostra mente scorrevano le immagini dei più grandi calciatori della storia, ora stiamo probabilmente pensando: che spreco, gli basterebbe così poco per essere un atleta indimenticabile! Noi infatti nel leggere uno spartito non vorremmo mai essere come questo calciatore che della totalità delle caratteristiche che gli servono per essere un campione ne trascura una sola, proprio quella che trascina con sé tutto il resto. Eppure nella maggior parte dei casi non riusciamo a leggere uno spartito scorrevolmente proprio per questa ragione e non perché, come alcuni pessimi didatti vogliono farci credere, non abbiamo iniziato da bambini o ci manca il talento. 

Esercizio 2

Scegli un nome dal grafico. Pronuncia il tipo di Scala Fondamentale che si viene a creare leggendo in senso orario tornando al punto di partenza. Per esempio, scegliendo re otterremo:

rè-mi-fa-sol-la-si-do-re.

Cerca di ripetere questo esercizio partendo da ognuno dei nomi di nota, prima guardando il grafico, poi a memoria.

Alcuni di noi avranno probabilmente già sentito nominare, anche solo da bambini, nei cartoni animati, a scuola, su internet, i termini Scala Maggiore e Scala Minore: ignoriamo completamente questi termini, per il momento! Potrebbero generare una grande confusione nel concetto molto più semplice di Scala Fondamentale: una scala che non si può neppure suonare perché è solo un semplice insieme di parole.

Esercizio 3

Ripeti gli esercizi 1 e 2 sulla Scala Fondamentale prima saltando un nome di nota, poi due, tre, quattro, cinque, sei e infine sette. Se saltiamo una nota, la prima parte dell’esercizio numero uno sarà:

dò-mi-mì-sol-sòl-si…

Mentre nel numero due avremo:

re-fa-la-do-mi-sol…

Quando ci metteremo a leggere uno spartito, sarà esso a indicarci tutto questo e non saremo più noi a decidere. Col prossimo esercizio ci prepareremo a eseguire ordini più complessi.

Esercizio 4

Ripeti tutti i precedenti esercizi sulla Scala Fondamentale seguendo il senso antiorario del grafico. Per esempio, il primo esercizio non sarà più do-re, re-mi, mi-fa, ma do-si, si-la, la-sol e così via; nel secondo non avrai più do-re-mi-fa-sol-la-si-do, ma do-si-la-sol-fa-mi-re-do. E così via.

Esercizio 5

Perfeziona tutti gli esercizi precedenti, in senso orario e antiorario, compiendo dove è possibile un doppio giro della Scala Fondamentale. Per esempio, l’esercizio numero due partendo dal fa in senso orario diventerà:

fà-sol-la-si-do-re-mi-fa-sol-la-si-do-re-mi-fa.

Presto, con la pratica, ci accorgeremo che gli esercizi sulla pronuncia dei nomi delle note sono assolutamente necessari per imparare a leggere uno spartito: per questo vengono consigliati dai più autorevoli trattati del passato. Al contrario pochi manuali tra quelli dei nostri giorni si soffermano così a lungo su questo aspetto, considerato già da Rameau un presupposto didattico imprescindibile. Infatti, i sette nomi delle note che compongono la Scala Fondamentale sono presupposti alle composizioni più semplici, come quelle dei manuali di esercizi pianistici per principianti, ma anche a quelle più complesse, come il Terzo Concerto per Pianoforte e Orchestra di Rachmaninov. In altre parole, quando ci troveremo a leggere uno spartito, qualsiasi esso sarà, non troveremo più di sette nomi di note: questo vale per le composizioni più semplici, ma anche per quelle più complesse.

Gli Accidenti o Segni di Alterazione

Ognuno dei sette nomi delle note si assocerà sempre, in fase di lettura, a uno dei seguenti aggettivi:

𝄪Doppio Diesis
Diesis
Naturale
Bequadro
Bemolle
𝄫Doppio Bemolle


Anche se alla sinistra degli aggettivi ti ho già mostrato, nella tabella precedente, tutti i segni musicali che appongono per esprimerli, limitiamoci per il momento a dire che questi aggettivi sono detti accidenti o segni di alterazione, senza preoccuparci troppo per il momento di come o dove si trovino in partitura. Facciamo alcuni esempi:

Nome della notaAggettivo
DOBequadro
FANaturale
SIBemolle

Sarà meglio ribadirlo: in questa prima fase del lavoro dobbiamo immaginare tali aggettivi soltanto come parole, senza farci troppe domande sul loro significato musicale. Mentre una persona ci dice come si chiama, raramente pensiamo alle mille implicazioni linguistiche del suo nome. Allo stesso modo nella mia esperienza mi sono accorto che pretendere di conoscere immediatamente sia nome che significato musicale di questi semplici aggettivi può rivelarsi fortemente controproducente nello sviluppo della capacità del leggere uno spartito. Ne parleremo in un prossimo articolo.

Esercizio 6

Memorizza gli aggettivi dei nomi di nota scritti nella tabella in alto.

Inutile aggiungere che molti manuali dei nostri giorni, anche tra i Best Sellers, a questo punto del lavoro sulla nostra capacità di leggere uno spartito, ci avrebbero già presentato un’immagine della tastiera del pianoforte introducendo in un unico guazzabuglio tutti gli elementi che abbiamo trattato finora, compresi nomi delle note, aggettivi dei nomi delle note, nomi di gatti e cani dell’autore e, perché no, anche una fotografia del suo strumento. Questo ci avrebbe completamente impedito d’isolare gli elementi di cui, consapevolmente e non, ci serviamo per leggere uno spartito e non avremmo mai potuto rispondere alla domanda “Come leggere uno spartito velocemente?”. Per il momento, siamo diventati agili nella pronuncia dei nomi delle note, in senso orario e antiorario; abbiamo memorizzato gli aggettivi che si accompagnano ai nomi delle note e abbiamo gettato alcuni dei presupposti necessari ad almeno tre associazioni fondamentali per lo sviluppo della nostra capacità di leggere uno spartito, associazioni di cui ci occuperemo nel Metodo di Lettura Pianistica.

Matteo Malafronte